Nella mattinata di Sabato 8 Febbraio 2025, presso il museo della Casa Rossa Ximenes, si è tenuto un convegno organizzato dal GOM – Gruppo Ornitologico Maremmano “A. Ademollo” ODV, dal titolo “Censire la ricchezza e le nidificazioni della Diaccia Botrona”.
Dopo una breve introduzione del Presidente GOM Claudio Martelli, la Sindaca di Castiglione della Pescaia Elena Nappi ha portato il suo saluto, ricordando, oltre alla convenzione che il Comune ha con il GOM per il monitoraggio delle specie nidificanti ed estivanti nella R.N., il fatto che il Comune ha acquisito la Casa Rossa Ximenes tramite il cosiddetto federalismo demaniale, la nomina della responsabile scientifica del museo e i vari progetti in corso nell’area della Diaccia Botrona, volti a migliorarne la fruizione, ma nel rispetto dell’esigenza primaria di tutela dell’ambiente naturale.
Con la prima delle relazioni presentate, Laura Saenz de Buruaga e Stefano Laurenti hanno descritto un’iniziativa analoga ai censimenti ornitologici in Diaccia Botrona, parlando dei “Censimenti mensili degli uccelli acquatici al Lago di Alviano (TR) report annuale 2024”. Prima di riportare i risultati di tale attività di censimento mensile svolta nel 2024, hanno ricordato come il lago si sia formato a partire dal 1963, con la realizzazione di una diga sul Tevere da parte di Enel, diventando poi Oasi WWF, SIC e ZPS, all’interno del più ampio Parco fluviale del Tevere. Il gran numero di uccelli acquatici che ha preso a frequentare nelle varie stagioni dell’anno l’area (di circa 900 ettari, di cui 400 di palude), viene censita mensilmente, con partecipazione minima di 5 persone, che effettuano i conteggi in contemporanea da vari punti di osservazione, nelle due aree che costituiscono il lago e lungo il sentiero centrale. I censimenti mensili permettono di conoscere le specie che frequentano il lago, la distribuzione e l’uso da parte di queste dei diversi ambienti (per alimentazione, roost e nidificazione), la fenologia delle varie specie, ma anche di monitorare la qualità dell’ambiente, valutare la validità degli interventi di conservazione ed individuare sia le problematiche legate ai censimenti stessi (copertura incompleta dell’area per la scarsità degli addetti o inadeguatezza del metodo per specie come l’airone guardabuoi, che rende necessari ulteriori approfondimenti) che, soprattutto, le minacce all’ambiente (cambiamento climatico in corso, specie invasive come nutria o cinghiale, disturbo antropico e inquinamento o riduzione di portata delle acque, legata all’uso idroelettrico).
Loris Pietrelli ha presentato una relazione dal titolo “Alla ricerca degli ultimi fratini”, riferendo sull’attività di monitoraggio pluriennale sia sullo svernamento che sulla nidificazione della specie (di interesse comunitario) lungo la costa del Lazio, con circa 40 individui presenti in inverno, ma con una forte riduzione sia dei siti di nidificazione che delle coppie presenti e dei pulli involati (conseguenza anche dell’incremento delle seconde nidificazioni, per il fallimento delle prime). Dal 1992 al 2024, i siti, le coppie e i pulli involati si sono rispettivamente ridotti da 10 a 4, da 28 a 7 e, soprattutto, da 22 a 2, fatto che, se non ci saranno imprevedibili inversioni di tendenza, la specie si estinguerà come nidificante nel Lazio. Le criticità, legate alle esigenze della specie riguardo alla selezione dell’habitat, alla sua fedeltà al sito ed alla competizione con il corriere piccolo (a sua volta “scacciato” dagli ambienti fluviali preferiti da tale specie), sono dovute alla perdita dei siti adatti alla nidificazione ed al forte disturbo antropico (avendo alle spalle una città come Roma, sono numerose le persone che “invadono” le spiagge e che, a differenza di un recente passato, lo fanno durante un lungo periodo nell’anno e non solo nei mesi più caldi); le azioni di tutela possibili riguardano la sensibilizzazione di turisti, pescatori, amministratori, il controllo del territorio e maggiori regole per i gestori degli stabilimenti balneari.
Dopo il coffee break, Pietro Giovacchini ha parlato dei “Censimenti degli uccelli nidificanti in Diaccia Botrona”, iniziati 20 anni fa e coordinati inizialmente dalla Provincia di Grosseto e, poi, con il passaggio delle funzioni di ente gestore della R.N. e delle aree della Rete Natura 2000, dalla Regione Toscana. Vista la vastità dell’area (800 ettari di superficie per la zona umida Ramsar e 1273 ettari per la Riserva Naturale), i censimenti, svolti nei mesi di Maggio, Giugno e Luglio con una metodologia rimasta invariata nel tempo (fatto che facilità la confrontabilità dei dati), richiedono una zonizzazione e la presenza di un buon numero di volontari, divisi in squadre (comprendenti censitori e accompagnatori, che possono così fare esperienza per diventare a loro volta censitori); per facilitare la partecipazione delle persone necessarie alla copertura dell’intera area, i censimenti vengono svolti nel pomeriggio, fatto che, trattandosi di conteggi prevalentemente di uccelli acquatici, non è in contrasto con la preferenza delle ore del mattino indicata per i censimenti di passeriformi al canto. L’attività dei volontari del GOM, che si sono succeduti nei vari anni nell’attività di monitoraggio, ha permesso di valutare le nidificazioni di specie come il cavaliere d’Italia o l’avocetta, i risultati dei tentativi di nidificazione dei fenicotteri (questi ultimi monitorati anche da ISPRA), ma anche di accertare le prime nidificazioni di pettegola. Ai censimenti svolti dai volontari lungo i transetti previsti, si sono accompagnati quelli in barchino (per coprire aree altrimenti non visibili) ed i voli, prima con aereo ultraleggero e poi con droni, sulla garzaia delle Marze, per contare i nidi e determinare le specie presenti. L’attività degli enti gestori della R.N. ha portato anche alla realizzazione di piattaforme per le sterne ed anche la valutazione del successo riproduttivo di sterna comune e fraticello è stata oggetto dei monitoraggi mensili compiuti dal GOM. In conclusione, Pietro Giovacchini ha giustamente ricordato il ruolo essenziale che ha avuto Fausto Corsi per giungere alla protezione della Diaccia Botrona, invitando fin da ora al convegno in suo ricordo che si terrà nel 2026 nel Parco Regionale della Maremma, nel decennale della sua morte.
Infine, Filippo Ceccolini ha brevemente presentato il suo libro “Piume sull’acqua”, dedicato a anatre, oche e cigni (ordine Anseriformes, comprendente circa 170 specie ancora viventi) e ai loro parenti ormai estinti, che tratteggia la loro storia evolutiva e indaga la loro anatomia, fisiologia, etologia ed ecologia, oltre ai rapporti che li legano alla nostra specie, compreso il ruolo che hanno giocato nell’influenzare molti aspetti della nostra cultura. “Piume sull’acqua” non è però una guida al riconoscimento e, per questo, Filippo ha presentato anche l’altro suo libro “Guida agli anseriformi del mondo”, acquistabile come il primo esclusivamente tramite Amazon.
Nel pomeriggio del 12/1/2025, con l'intervento del Presidente GOM Claudio Martelli sul tema della presenza invernale delle gru (Grus grus) in Maremma, all'interno della trasmissione #221 , si è inaugurata la collaborazione tra l'associazione GOM - Gruppo Ornitologico Maremmano "A. Ademollo" e l'emittente televisiva TV9 - Telemaremma. Un secondo intervento è stato quello del 30/1/2025, in cui Pietro Giovacchini ha parlato dell'occhione, una delle specie a cui i soci GOM hanno dedicato il maggior numero di ricerche. Lo spezzone della trasmissione #221 con intervento del GOM aveva infatti per titolo: CONOSCIAMO L'OCCHIONE... PER GLI AMICI "TALLORINO". Il giorno 4/3/2025, ancora Pietro Giovacchini ha parlato dello svernamento delle oche, soprattutto selvatiche ma anche lombardelle e granaiole, in Maremma. Il 16/6/2025, Luca Passalacqua ha invece parlato del grillaio (Falco naumanni) e delle prime nidificazioni accertate della specie in Toscana.
A queste trasmissioni, seguiranno altre nei prossimi mesi, di cui daremo via via comunicazione.
Buona visione!
Il 27 settembre 2024, Riccardo Sirna, socio e componente del Consiglio direttivo del GOM – Gruppo Ornitologico Maremmano “A.Ademollo” ODV, ha individuato, tra i gabbiani reali e comuni che frequentano l’area della foce del fiume Bruna a Castiglione della Pescaia, un esemplare di gabbiano sghignazzante (Leucophaeus atricilla, sinonimo di Larus atricilla), che ha potuto fotografare (foto allegate).
L’osservazione è stata effettuata insieme a Marco Valentini, che ha inserito una segnalazione sulla piattaforma eBird.
Si tratta di osservazione di notevole interesse, poichè la specie nidifica lungo le coste del Nordamerica, dalla Nuova Scozia al Golfo del Messico, compresi i Caraibi e la costa nord-occidentale del Messico. In Italia è accidentale molto rara, con sole 5 segnalazioni riconosciute dalla Commissione Ornitologica Italiana del CISO. Come riportato su “The Birds of Italy” di Pierandrea Brichetti e Giancarlo Frasasso (volume 1 del 2018), un esemplare è stato osservato a Marina di Modica (RG) il 7/12/1996, uno ripetutamente a Sanremo (IM) tra il 2004 e il 2006 (uccello inanellato in Germania), uno a Portopalo (SR) il 2/8/2006, uno presso Sestri Levante (GE) il 30-31/12/2014 e, nella nostra Provincia, due esemplari a Principina a Mare e Bocca d’Ombrone il giorno 8/4/2004.
Anche Riccardo Sirna ha provveduto ad inviare la segnalazione, corredata da foto, alla COI e siamo ovviamente in attesa della conferma.
Presso il Castello Aldobrandesco di Arcidosso, è in corso una mostra fotografica, nata dalla collaborazione tra il Comune di Arcidosso ed il GOM - Gruppo Ornitologico Maremmano, sulle Orchidee spontanee nel territorio dei Comuni dell'Amiata Grossetana, con foto realizzate dal socio GOM Loriano Moscatelli.
Si segnala che la mostra, oltre a rispondere allo scopo principale di aumentare le conoscenze su questo interessante aspetto della flora del territorio, ha un ulteriore motivo di interesse nell’ottima qualità delle immagini realizzate da Loriano ed anche nelle particolari caratteristiche di stampa, con materiali innovativi sia dal punto di vista ecologico che da quello della resa delle immagini stesse.
Su sollecitazione del Comune di Arcidosso, la data di chiusura della mostra, originariamente prevista per il 21/8, è stata prorogata al 28 Agosto 2022.
Tutti i soci e gli amici del GOM - Gruppo Ornitologico Maremmano sono invitati al convegno, organizzato insieme al Museo Casa Rossa Ximenes ed al Comune di Castiglione della Pescaia, con gli interventi di Pietro Giovacchini, Claudio Martelli e Michelangelo Colli (tutti componenti del Consiglio direttivo dell'associazione), come da locandina a lato.
Per parlare di Alfonso Ademollo, al quale abbiamo dedicato (per primi in Toscana) una associazione di ornitologi , è stato chiesto a Pietro Giovacchini di partecipare ad un convegno sulla figura poliedrica del Nostro e descriverne le peculiarità come naturalista.
L'evento sarà il giorno 26 Maggio presso il Polo Universitario Grossetano, dalle ore 16:30 alle ore 18:30. Potrà essere seguito anche in remoto (vedasi locandina).
In proposito, si ricorda anche che il GOM ha richiesto tempo fa al Comune di Grosseto di dedicare una via a questo importante personaggio storico.
Il GOM – Gruppo Ornitologico Maremmano – Studi naturalistici “A.Ademollo” ODV organizza in data 19 Maggio 2022, alle ore 21.00, un’iniziativa di “disseminazione scientifica” per una migliore conoscenza della salamandra del Giglioli (Salamandra salamandra gigliolii) e sull’eventuale presenza di questa nel nostro territorio, con videoconferenza tenuta dall’erpetologo Riccardo Nincheri, uno dei maggiori esperti sulla specie. Con questa iniziativa, si vuole inaugurare un programma di webinar, che potrà poi svilupparsi in futuro.
Chiunque fosse interessato a partecipare è pregato di segnalare la propria intenzione, identificandosi ed inviando i propri recapiti, all’indirizzo mail dell’associazione odv.gom@gmail.com, in modo da poter poi ricevere il link per il collegamento alla videoconferenza stessa.
L’iniziativa è aperta a tutti, ma, vista la limitazione del numero dei posti disponibili, per avere priorità nell’iscrizione al webinar, si prega di segnalare il prima possibile l’intenzione di partecipare.
Dopo l'osservazione del falaropo beccosottile in Diaccia Botrona, gli stessi soci GOM don Michele Lamberti e Riccardo Sirna hanno osservato, il giorno 26/10/2021,un esemplare di nibbio bianco (Elanus caeruleus) nell'area del Padule Aperto. Anche in questo caso, si tratta di un'osservazione eccezionale per la Maremma (un altro esemplare era stato osservato l'anno scorso nell'Oasi WWF Lago di Burano).
Anche in forza di quest'ultima osservazione, possiamo ribadire la grande importanza per l'avifauna della Riserva Naturale Regionale Diaccia Botrona e della contigua area del Padule Aperto e la conseguente necessità del mantenimento delle attuali condizioni ambientali (compresa la coltivazione di cereali, che non può essere sostituita da colture arboree), garantite dalla proprietà pubblica dei terreni.
A tale scopo, dopo la petizione lanciata sulla piattaforma change.org (che ha superato in pochi giorni 30.000 firme), le associazioni Associazione WWF Provincia di Grosseto ODV, GOM - Gruppo Ornitologico Maremmano - Studi naturalistici "A.Ademollo" ODV, Associazione CERM Centro Rapaci Minacciati ODV, Forum Ambientalista e da Italia Nostra Maremma Toscana hanno inviato in data 2/11/2021 una lettera formale alla Provincia di Grosseto, chiedendo che "non essendosi ancora formalizzato il trasferimento di proprietà ed essendo questa possibilità prevista espressamente nello stesso bando, la Provincia di Grosseto receda dalla volontà di cedere i 49 lotti di terreno messi all’asta, pari a 950 ettari, e che la proprietà dell’area resti pubblica".
Nei giorni scorsi, abbiamo appreso la notizia che, in un’asta pubblica indetta dalla Provincia di Grosseto per il 24/9/2021, sono stati aggiudicati ad un privato terreni situati nel Comune di Grosseto, nell’area del Padule Aperto, ricadenti in parte nella Riserva Naturale Regionale Diaccia Botrona. Tale zona, all’interno della Macrozona “Maremma Grossetana”, che risulta essere un’area di rilievo internazionale per lo svernamento dell’oca selvatica (Anser anser), con presenze di 700-800 individui, costituisce area di svernamento anche per la gru (Grus grus), con circa 600 esemplari negli ultimi anni, e per caradriformi come la pavoncella (Vanellus vanellus) o il piviere dorato (Pluvialis apricaria); nella specifica area in esame sono inoltre state osservate specie di particolare importanza dal punto di vista conservazionistico, come il lanario (Falco biarmicus), il falco sacro (Falco cherrug) e, addirittura, una gallina prataiola (Tetrax tetrax) e un’aquila imperiale (Aquila heliaca).
Questa operazione ha suscitato la preoccupazione nostra e di tutte le persone attente alla protezione dell’ambiente. Infatti, se un’operazione di cessione di beni pubblici (confluiti nel patrimonio della Provincia di Grosseto per effetto del cosiddetto “federalismo demaniale” prodotto dall’art. 56 bis del D.L. 69/2013) poteva avere una ragione quando l’obiettivo principale della politica economica europea e, di conseguenza, nazionale era quello della riduzione del debito pubblico, oggi, per effetto del sostanziale cambiamento di tale impostazione, dovuto anche agli effetti della pandemia da Covid-19, crediamo che sarebbe molto più opportuno utilizzare la proprietà pubblica per il raggiungimento di obiettivi diversi, come quelli previsti dalla Strategia della UE per la biodiversità per il 2030 (vincolante per l’Italia nella stessa misura delle normative europee in campo economico-finanziario). Poiché in tale documento della UE si parla anche di “rinaturalizzazioni”, diventa paradossale che si rischi una trasformazione di ambienti che “naturali” già lo sono, per effetto della loro privatizzazione.
Sarebbe pertanto auspicabile che, non essendosi ancora formalizzato il trasferimento di proprietà ed essendo previste nello stesso bando forme di prelazione, la proprietà dell’area restasse pubblica.
Nel caso dell’aggiudicazione si aprirebbe un’ulteriore problematica nel venir meno di una visione unitaria nella gestione della Riserva come previsto dalla delibera n. 73 della Giunta Provinciale del 24/05/2006 che disciplina la fruizione della Riserva Naturale Provinciale “Diaccia Botrona”.
Anche per le aree non ricomprese nella R.N. e già oggi oggetto di attività agricola, riteniamo che l’unica attività compatibile con l’ambiente sia la coltivazione estensiva di cereali o, comunque, piante erbacee e che qualsiasi impianto di culture arboree, che sarebbe comunque soggetto alla VINCA, comporti uno stravolgimento dell’habitat per le specie citate inizialmente e per le altre che frequentano questa importante area naturale. Tra l’altro, riteniamo che tali terreni, per il semplice fatto di essere pianeggianti, argillosi e soggetti a naturali allagamenti, siano inadatti, anche dal semplice punto di vista agronomico, all’insediamento di vigne o oliveti che possano fornire produzioni di qualità. Fatto anche più rilevante, queste aree sono ecologicamente connesse con la Riserva e ne fanno parte come elemento complementare ed essenziale alla sua biodiversità, come previsto già nel vigente PTC approvato nel 2010 dalla Provincia. Un loro utilizzo diverso dall’attuale andrebbe a vanificare alcuni dei risultati conseguiti nel tempo, anche grazie all’ampliamento dell’area a divieto di caccia in vigore ormai da dieci anni.
Il giorno 11/10/2021, i soci del GOM – Gruppo Ornitologico Maremmano – Studi naturalistici “A.Ademollo” ODV Michele Lamberti e Riccardo Sirna hanno osservato e documentato l’osservazione con foto la presenza di un falaropo beccosottile (Phalaropus lobatus) nella Riserva Naturale Regionale Diaccia Botrona.
La specie, che ha un areale di nidificazione nella parte più settentrionale del nostro emisfero, può essere osservata alle nostre latitudini soltanto durante le migrazioni. La presenza in Maremma è assolutamente occasionale e, fino ad oggi, risultava segnalata soltanto in due precedenti occasioni, nella Laguna di Orbetello: nel 1977 (RIO, 1977; Brichetti & Fracasso in Ornitologia Italiana, vol. 2, 2004) e poi nel 1983 da F. Cianchi (Picus, 1987).
Questa osservazione, se ce ne fosse bisogno, rappresenta un’ulteriore dimostrazione dell’importanza della R.N. Diaccia Botrona, sia nelle fasi di riproduzione e svernamento, che come punto di sosta durante la migrazione dell’avifauna.